La vicenda Collalto ha condizionato tutto il primo dopoguerra a
Susegana e non solo. I sogni e le aspettative dei contadini di ritorno
dal fronte si infrangono contro il nascente movimento fascista e sulle
colline tuonano le armi da fuoco. Così il dramma del reduce di guerra
menomato nel fisico e nell’anima, le rivendicazioni dei coloni, l’amore
impossibile di due giovani, il carattere forte di una contessa,
l’affetto di un maestro per i suoi alunni e la fede profonda di una
donna, costituiscono l’impianto di un racconto che ripercorre le vicende
che portarono alla concessione della cittadinanza italiana alla famiglia
Collalto e alla restituzione delle proprietà poste sotto sequestro dallo
Stato durante la Grande Guerra. Un quadro di umanità nella Susegana
degli anni ’20, all’insorgere del fascismo.
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Antonio Menegon,
Rosso Collalto (1918-1924)
storie di vita, di miseria e di morte intorno alla vicenda Collalto, al
termine della Grande Guerra,
CSC Editore S. Lucia di Piave
ISBN 978-88-903174-3-9
I rossi e i neri:
una piccola grande storia
"Rosso Collalto". Il titolo fa pensare immediatamente ad un vino,
mentre la foto di copertina rinvia ad un raduno, una manifestazione
popolare del primo Dopoguerra. E' decisamente straniante il primo
impatto con l'ultimo libro di Antonio Menegon. Ed invita alla lettura.
In verità, già le prime pagine risolvono ogni dubbio ed immettono nel
cuore autentico del testo: la vicenda controversa che, subito dopo la
Grande Guerra, contrappose da un lato il Conte di Collalto, grande
proprietario di antichissima nobiltà e obbedienza asburgica, dall'altro
i contadini di Susegana che, riuniti in cooperativa, lottarono per
subentrare nella proprietà delle terre comitali confiscate, dall'altro
ancora un'organizzazione di destra che confluirà rapidamente e
opportunisticamente nel Partito Fascista. A far da arbitri, gli organi
di uno Stato per niente neutrali.
E' un caso storico che vale sicuramente la pena di far rivivere anche
perché sintetizza, pur all'interno di confini geografici delimitati, la
parabola che condurrà l'intera Italia post-bellica verso la dittatura
mussoliniana, tra scontri sociali aspri, intimidazioni violente, derive
reazionarie, sostanziale conservazione degli assetti proprietari
esistenti, sconfitta di qualsiasi spinta alla trasformazione sociale.
Il racconto "romanzato" di questa specifica vicenda, permette di dare un
volto e dei sentimenti, di iniettare un po' di sangue nelle anemiche
vene della grande storia che tante volte abbiamo sentito raccontare e
che rimane troppo distante dalla nostra percezione. Il sindaco
socialista Ceotto, il furbo fascista Vazzoler, il giovane maniscalco
Guglielmo Tesser, diventano personaggi narrativi e, perciò, agli occhi
del lettore abbandonano l'astrattezza e la polvere dei vecchi documenti,
acquistando un di più di vita e di verità.
In tal senso è quindi interessante il lavoro del suseganese Menegon per
ridare vita e senso alla storia della sua terra. Che è anche storia di
un momento-chiave dell'intero Paese. E' una modalità narrativa che egli
aveva sperimentato già lo scorso anno nel breve "In un'isola di morte".
Anzi, questo nuovo impegno sembra porsi in continuità con quel lavoro,
tanto da riprendere nella prima parte la storia dell'ardito Tesser e
della sua famiglia. Talora, invece, nuoce al racconto la non precisa
definizione del genere prescelto: a tratti par di essere in un romanzo
storico, in altri capitoli nella divulgazione, in altri ancora il tono e
le forme dell'esposizione rimandano all'inchiesta giornalistica. Ma il
libro si fa leggere volentieri e le pagine scorrono veloci verso
l'inevitabile, atteso, ma pur sempre infausto epilogo.
Link:
http://www.unipieve.org/index.php?option=com_content&task=view&id=666&Itemid=130
Rosso Collalto è distribuito nelle principali librerie della
Provincia di Treviso |